Il nichilismo
e i giovani
Umberto Galimberti
” Sia Giuda sia Pietro hanno tradito Gesù, ma mentre Giuda suicidandosi ha assegnato al passato il compito di esprimere tutto il senso della sua vita, Pietro ha conosciuto la fatica di ri-assumere il proprio passato togliendogli l’onore di dire l’ultima parola sul senso della sua vita. Questo è lo spazio dove si gioca la speranza di ogni gesto suicida. Sperare, infatti, non significa solo guardare avanti con ottimismo, ma soprattutto guardare indietro per vedere come è possibile configurare quel passato che ci abita per giocarlo in vista di possibilità a venire. Suicidarsi invece di uccidere vuol dire che il nostro passato contiene il senso ultimo e definitivo della nostra vita, per cui non è più il caso di riassumerlo, ma solo di porvi semplicemente fine. E così sia la speranza sia il suicidio giocano i loro dadi sul passato e sul senso che il passato viene assumendo per me. E siccome sono io a dar senso al passato, nella speranza c’è la libertà di conferire al passato la custodia di sensi ulteriori, mentre nel suicidio c’è l’illibertà di chi nel passato vede solo un senso inoltrepassabile perciò definitivo.”
” Non abbiamo più fini da realizzare, ma solo risultati da raggiungere.
Viviamo in un mondo di tecnica, ma qual è il senso? Non lo sappiamo, perché la tecnica non si occupa di queste risposte.”
” Senza il passaggio da narcisismo a collettività (che non avviene perché non c’è direzione verso il futuro) lo studio diventa utilitaristico, ci si salva da soli, cedono i legami e le autorità perdono potere perché i genitori non possono imporre più nulla. Imporre in nome di cosa? Allora tutto è negoziato alla pari. E l’edipo, l’uccidere il padre, si sposta da famiglia a polizia/stato.”
” É come se lo sguardo senile della cultura occidentale non avesse più occhi per la condizione giovanile che potrebbe portare un rinnovamento, e perciò la lascia ai margini del proprio incedere, parcheggiata in spazi vuoti e privi di prospettive, senza farsi sfiorare dal dubbio che forse il sintomo della fine di una civiltà non è da addebitare tanto all’inarrestabilità dei processi migratori o ai gesti disperati dei terroristi, quanto piuttosto al non aver dato senso e identità e quindi aver sprecato le proprie giovani generazioni, la massima forza biologica e ideativa di cui una società dispone.”
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DEGLI AUTORI
Chi sono
Ho sofferto di depressione per molti anni a causa di svariate ragioni, dai traumi alla sensibilità esistenziale. Ma ho trovato la strada per uscirne e voglio condividerla.
Cosa faccio
Oltre a cercare di diventare me stessa, organizzo in FVG incontri di gruppo e individuali, soprattutto legati alla meditazione e alla realizzazione dei propri sogni.
Mission
Condividere fa parte del mio percorso personale, cerco di aiutare le persone a scovare il loro Cammino camminando io per prima, non si può “insegnare” senza aver imparato.