La Pietra degli Alchimisti

Francesco Giacovazzo

” La presenza, o il ricordo di sé, è la condizione indispensabile dell’auto conoscenza dell’uomo. Un uomo che non è presente a se stesso, sta dormendo. La costruzione dell’anima, la trasmutazione alchemica, si produce solamente a causa dello sforzo, non del risultato. L’unico risultato è la consapevolezza di essere addormentati.
Ogni singolo sforzo compiuto nel tentativo di risvegliare la propria macchina biologica provoca una trasmutazione alchemica: durante questi tentativi del “ricordo di sé”, si viene a creare un notevole attrito fra le abitudini meccaniche della nostra personalità e il nostro intento di voler diventare coscienti. Questo attrito genera il fuoco e questo fuoco agisce direttamente sui nostri atomi, per creare nuovi elementi più sottili che andranno a fabbricare il corpo dell’anima, o corpo di gloria.

 

I nostri cinque sensi” – proseguì Raffaele – “sono limitati e possono captare soltanto alcune frazioni della realtà che il cervello interpreta in un insieme coerente. Il cervello costruisce letteralmente l’immagine del mondo che vedi, in base alle informazioni che riceve dai sensi.

 

Ti voglio raccontare una storia. Un potente stregone, essendo stato cacciato dal suo villaggio, versò una pozione magica nel pozzo a cui attingevano tutti i sudditi. Chiunque avesse bevuto quell’acqua, sarebbe diventato matto. Il mattino seguente, l’intera popolazione andò ad abbeverarsi a quel pozzo e improvvisamente tutti impazzirono, tranne il re che aveva nel suo castello un pozzo privato per sé e la sua famiglia e al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato per lo strano comportamento dei suoi sudditi, il sovrano promulgò una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I gendarmi, che avevano bevuto anche loro l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni del re e quando anche gli abitanti appresero il testo dei decreti, tutti si convinsero che il sovrano fosse impazzito. Così si unirono e si recarono al castello per chiedere l’abdicazione del re. Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina gli suggerì di bere insieme l’acqua del pozzo al quale avevano attinto i sudditi, in modo da diventare come loro. Così il re e la regina bevvero l’acqua della follia e presto cominciarono a comportarsi come i loro sudditi. L’intera popolazione si convinse così che il sovrano fosse rinsavito e potesse governarli come una volta”.
Ero allibito, non sapevo cosa dire. Mi stava dicendo forse che questa realtà era un’illusione?
“Non esiste una realtà oggettiva” riprese a dire Raffaele. “Sono le nostre percezioni a determinare la nostra realtà, e le nostre percezioni sono determinate dai nostri condizionamenti.

 

Quando arriva il dolore non cacciarlo via, non spiegarlo, non giustificarlo, non giustificare la sua presenza, non pensare. Ma lasciati possedere da lui.

 

L’Opera al Nero o Nigredo rappresenta la progressiva disidentificazione con la macchina biologica e la conseguente perdita di potere delle sue manifestazioni grossolane. La trasmutazione di ciò che è inferiore in ciò che è superiore fa parte della seconda fase dell’alchimia, chiamata Opera al Bianco o Albedo. In realtà sia la prima che la seconda fase sono parallele, ossia nel momento in cui cominciamo a lavorare per creare il Testimone diamo inizio anche alla trasmutazione della nostra struttura energetica con la conseguente fabbricazione del corpo di gloria.

 

Tutte le volte che non siamo in uno stato di gioia e di pace è perché ci siamo identificati con le reazioni della nostra macchina biologica. Se ci sforziamo di rimanere presenti a noi stessi, soprattutto durante una tempesta emotiva, stiamo lavorando a livello alchemico.

 

Devi sapere che i pensieri ossessivi non nascono nella tua testa, ma vengono captati dall’esterno. Il nostro cervello è simile a una ricetrasmittente che capta informazioni dallo spazio esterno e le trasforma in immagini e pensieri. Siamo tutti in balia di questi parassiti che si nutrono della nostra energia, solo che alcuni sono più innocui di altri. Ci sono persone ossessionate dal sesso, dal calcio, dai francobolli: solo che queste ossessioni sono considerate normali finché non degenerano in comportamenti violenti o consumano tutta la nostra energia. Tutte le nostre abitudini dannose sono sostenute proprio dai parassiti.

 

I chakra sono indirettamente collegati con i livelli di coscienza dell’individuo; non hanno mai avuto nulla a che fare in modo diretto con la realizzazione del sé. I chakra sono solo un indicatore elettrico di uno stato di coscienza, per cui lavorare su l’indicatore è sbagliato.

 

In alchimia è importante lo sforzo, non il risultato. Appena il lavoro comincia a diventare un’abitudine, bisogna cambiarlo.
Nello sforzo ti svegli, nelle abitudini ti addormenti.

 

La Kundalini non salirà fino a quando le due energie, Pingala e Ida – che corrispondono al sistema nervoso simpatico e parasimpatico – non saranno equilibrate. Se il nostro organismo è stanco e indolente, questo accade perché vi è un blocco nel sistema di circolazione di energia: i pensieri negativi, e quindi tossici, essendo di natura elettrica, disturbano il flusso di energia creando delle vere e proprie ostruzioni. Le forme-pensiero creano una condizione di turbolenza energetica che si riflette sulla salute del nostro corpo fisico. Non è la Kundalini ad essere addormentata; siamo noi ad esserlo, ed essa è il termometro di tale livello di sonno. Quindi la Kundalini è lì dove deve essere, pertanto qualsiasi tentativo di innalzarla con apposite tecniche è pericoloso. Infatti, se questa energia scatta e arriva al cervello, può entrare in corto circuito con l’energia dei pensieri negativi che stazionano lì, e credimi: è sempre pericoloso giocare con le energie.

 

Quando un uomo si accorge di non essere lui il padrone dei propri pensieri, quando si accorge che questi sono entità estranee, allora inizia la vera battaglia. l’uomo deve ritornare ad essere il sovrano del proprio regno; solo così potrà dirsi certo di stare vivendo la propria vita.

 

Devi amare le tue paure, le tue gelosie, la tua rabbia, rivolgi loro tutta la tua attenzione e il tuo riconoscimento. L’alchimista, il vero alchimista, ricerca tutto ciò che è oscuro sporco, basso.

 

Fatta eccezione per il cambiamento, nulla è persistente. La mia anima è libera come il vento, sono sempre imprevedibile perfino a me stesso. Non prendo mai decisioni, aspetto sempre dalla vita un segnale e poi mi ci butto a capofitto.

 

” L’alchimista non si sognerebbe mai di cercare l’estate nell’inverno, ma muore ogni inverno e rinasce ogni primavera. Il viaggio più importante della vita è lungo trenta centimetri. Ed è la distanza che separa la testa dal cuore. Possiamo entrare nella nostra anima attraverso due vie : o trasmutando le emozioni negative e ricordandoci di noi o provocando in noi un’apertura immediata del cuore, attraverso la percezione della Bellezza.

 

In alchimia è importante lo sforzo, non il risultato. Appena il lavoro comincia a diventare un’abitudine, bisogna cambiarlo.
Nello sforzo ti svegli, nelle abitudini ti addormenti.

 

 

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DEGLI AUTORI

 

La Kundalini non salirà fino a quando le due energie, Pingala e Ida – che corrispondono al sistema nervoso simpatico e parasimpatico – non saranno equilibrate. Se il nostro organismo è stanco e indolente, questo accade perché vi è un blocco nel sistema di circolazione di energia: i pensieri negativi, e quindi tossici, essendo di natura elettrica, disturbano il flusso di energia creando delle vere e proprie ostruzioni. Le forme-pensiero creano una condizione di turbolenza energetica che si riflette sulla salute del nostro corpo fisico. Non è la Kundalini ad essere addormentata; siamo noi ad esserlo, ed essa è il termometro di tale livello di sonno. Quindi la Kundalini è lì dove deve essere, pertanto qualsiasi tentativo di innalzarla con apposite tecniche è pericoloso. Infatti, se questa energia scatta e arriva al cervello, può entrare in corto circuito con l’energia dei pensieri negativi che stazionano lì, e credimi: è sempre pericoloso giocare con le energie.

 

Chi sono

Ho sofferto di depressione per molti anni a causa di svariate ragioni, dai traumi alla sensibilità esistenziale. Ma ho trovato la strada per uscirne e voglio condividerla.

Cosa faccio

Oltre a cercare di diventare me stessa, organizzo in FVG incontri di gruppo e individuali, soprattutto legati alla meditazione e alla realizzazione dei propri sogni.

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Condividere fa parte del mio percorso personale, cerco di aiutare le persone a scovare il loro Cammino camminando io per prima, non si può “insegnare” senza aver imparato.

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