Il Sé è in me. Ovvero, la realtà del piano fisico è solo la manifestazione dei piani superiori. Il divino si estrinseca precipitando attraverso una serie di veli che lo nascondono alla nostra percezione. Tuttavia, resta dentro di noi, in quella cosiddetta scintilla divina che ci anima, che è occultata da una serie di veli e che va disvelata (come dice HPB, Helena Blavatsky nel suo saggio monumentale Iside Svelata).
Proviamo a dimostrarlo logicamente. Siamo fatti di molecole, composte di atomi, con un nucleo centrale, che si è scoperto essere composto da quark. La fisica ancora non è riuscita a testimoniare cosa c’è oltre i quark, ma ipotizza l’esistenza di stringhe, ovvero dei filamenti di energia. Se i quark ancora sono distinguibili, sono entità separate, le stringhe nuotano invece in un mare di energia. Energia che si condensa risalendo il percorso, fino a tornare ad essere materia.
Materia -> molecole – > atomi -> quark -> stringhe (energia)
e viceversa.
Quindi, ad un livello profondo, siamo fatti di energia condensata, ma lo Spirito universale resta in noi. Possiamo pensare ad un palloncino, pieno d’aria, la quale è separata dalla gomma dall’aria circostante, ma resta la stessa aria. È circoscritta, è descrivibile, ha una funzione, cioè quella di tenere tesa la gomma del palloncino affinché esso sia gonfio e quindi utilizzabile per decorare una festa di compleanno o per giocarci.
Questo ha delle implicazioni anche etiche. I confini che ci separano sono illusori, siamo preminentemente composti di vuoto, se condensassimo la materia di 8 miliardi di esseri umani, tutti gli atomi, senza il vuoto, lo spazio utilizzato sarebbe tanto quanto quello di una zolletta di zucchero.
Se scendiamo però nel nostro percorso, le stringhe sono ovunque. Si differenziano poi in “me e te”, ma “io e te” siamo fatti delle stesse stringhe, siamo la stessa energia. Siamo tanti palloncini riempiti della stessa aria. Se i palloncini venissero bucati (no dai, diciamo sgonfiati), torneremmo a fonderci insieme. Siamo tutti Uno.
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