Si dice che nasciamo con una missione, e penso si pensa alla professione: cosa sono nato o nata per fare? C’è un fraintendimento di fondo: non tutti siamo destinati a diventare celebri (anche se per 15 minuti, diceva Warhol, la fama non si nega a nessuno), ma tutti abbiamo la possibilità di diventare noi stesi, è questa la nostra sacra missione. Jung chiamava questo il “processo di individuazione“, un viaggio lungo una vita.
Come scoprire qual è la strada che conduce a se stessi? È un po’ come una caccia al tesoro, ci si abbandona alla vita e le sincronicità appaiono a guidare. Si trova un pezzo di puzzle, poi un altro, un libro, un film, un’idea. Si cammina, si cambia strada.
C’è solo un’unica istruzione: vivere la vita come un gioco, un viaggio, un’opera d’arte, un amore. Esserne completamente immersi. Crearla.
La vita è un puzzle, di cui è andato perso il coperchio su cui c’è l’immagine da comporre. E con un gran daffare inizi a fare incastrare alcuni pezzi, e ad un certo punto credi di aver capito qual è il disegno. E ti diventa più facile trovare pezzi da agganciare l’uno all’altro, e per un po’ funziona, ma poi il disegno muta. Pensavi fosse un vaso di fiori invece era il decoro di una maglietta. Pensavi fosse il decoro di una maglietta e invece era una la pubblicità su una rivista.
Qual è il trucco? Non restare ingabbiati nel primo pensiero, nella prima zaffata di Verità che si pensa di aver annusato e compreso. Saper cambiare, saper fluire.
Fissare un obiettivo ed essere in grado di modificarlo strada facendo.
Partire da Trieste per viaggiare verso Napoli e fare tappa, che so, a Firenze o Roma, restare ammaliati da tanta arte, volersi fermare ma ormai si era scelto di scendere fino a Napoli, tenere fede al proprio programma prestabilito invece che modificare l’itinerario per godere delle nuove scoperte. Ipotecare il presente in nome di un futuro incerto, sacrificare l’oggi per un domani che chissà se arriverà così come l’avevamo immaginato.
Si resta imprigionati in un’idea mentale, un progetto, un amore, un obiettivo.
Non lasciarsi stupire dalla vita è ciò che spegne la gioia, che allontana Eros, il dio della passione e della trasformazione.
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